venerdì 23 maggio 2014

Il lato sexy del Salone del Libro - 2° parte


         

«Oh no!» all’improvviso le ginocchia mi diventano molli come il budino servito negli ospedali la domenica come dessert.
«Pronto? Ma che succede?»
«Succede che ho appena avuto un colloquio con una casa editrice di romanzi porno…» rispondo tutto d’un fiato con le guance incandescenti.
«Coooosa? » M. scoppia in una risata spontanea e fragorosa «Per essere un’esordiente ti dai da fare eh!»
«Ha pure una mia copia! Cosa faccio ora?»
«E me lo chiedi? Fatti pubblicare! Diventerai ricchissima!»
«Non ci penso nemmeno! Io scappo!»
«Ma che dici! Fai un bel respiro e vatti a riprendere la copia!»
«Sto morendo di vergogna… mi guardano tutti!»
«Ma va! Sarà suggestione!» mi rassicura «Facciamo così: prendi la copia e poi percorri tutto il corridoio A e vai sempre dritto. Ci vediamo a casa Cookbook…capito?»
«Sì,ho capito!»
«Casa Cookbook eh? Guarda che lì si cucina così non puoi sbagliare…» precisa ironica M. «Se no chissà dove mi vai a finire!»
E pur di concludere il più in fretta possibile un’eventuale carriera nel mondo della letteratura erotica, decido di immolare a sacrificio una delle mie copie, senza avere il coraggio di tornare dal biondastro a recuperarla.
Pazienza.
Anche perché continuo a sentirmi tutti gli occhi addosso, in particolare quelli di una coppia madre-figlia che sembra attratta da me, come un magnete sul frigo.
La coppia ha un’aria vagamente familiare che, purtroppo per me, diventa decisamente familliare mentre avanza a passo deciso nella mia direzione.
Ed ecco che, in un battito di ciglia, mi ritrovo faccia a faccia con il naso schiacciato e lo chignon grigio muffa della mia capa.
«Guarda un po’ chi si vede…» replica sorpresa «Non eri a lutto per il funerale della tua prozia?»
«Ehm... sì… ma …il commiato è stato più veloce del previsto. Mi serviva un diversivo per riprendermi dal dolore ecco…» replico paonazza mentre i suoi occhi a spillo osservano, sbigottiti, la contorsione di corpi nudi alle mie spalle.
«Voglio sperare che non sia come sembra…» dall’alto dei suo gobbo metro e settanta mi fissa come una casalinga che ha appena scoperto un bagarozzo trotterellare sulla credenza.
«E… no, infatti, non è come sembra...»
«Hai una carriera alternativa di cui l’azienda non è al corrente?»
«No, assolutamente… io scrivo romanzi di tutt’altro genere… C’è stato solo un equivoco e io sono qui per caso…»
«Il genere mi sembra alquanto inequivocabile...» aggiunge gelida indirizzando lo sguardo verso le gigantografie erotiche.
Sto per spiegarle tutto l’accaduto quando il biondino slavato dello stand ci raggiunge. «Ah eccola qui. Ma dov’era finita?»
«Ecco io… ho avuto un contrattempo…» ribatto sempre più imbarazzata con le guance color pummarola fresca.
«Senta le lascio il mio biglietto da visita» aggiunge lui porgendomi un cartoncino rosso vivo «Mi chiami. Magari con un buon lavoro di editing qualcosa di buono viene fuori…»
«Eh… magari…» imbarazzatissima mi rigiro il bigliettino tra le dita senza sapere dove accidenti metterlo.
La Capa assiste alla scena muta, pallida, e pietrificata.
«Maman andiamo?» una petulante ragazzotta con i capelli schiacciati e una borsa di Prada abnorme come la sua circonferenza fianchi, la raggiunge sollecita «Al caffè letterario sta per iniziare la disquisizione sull’irresistibile anacronistico ritorno dell’autocrazia russa…»
«Sì tesoro, hai ragione andiamo, andiamo…» il suo tono velenoso si tinge di miele per un istante e poi si impasta nuovamente di fiele «Con te facciamo i conti domani. Otto e trenta. Non un minuto dopo. Nel mio ufficio.» sentenzia Senza possibilità di replica, facendo oscillare la lunga palandrana damascata con la quale si abbiglia per presenziare alle  “occasioni speciali”, incontri su Putin compresi a quanto pare.
Io resto lì, imbambolata, con un biglietto da visita dal design hard core e lo spettro di una lettera di richiamo, già svolazzante sul mio spettinato carrè.
Una pin up dalle onde boccolose e una gonna a pois a vita stretta, si avvicina roteando e cinguettando al biondino slavato, seguita da una folla vivace.
La riconosco come l’autrice dell’acclamata trilogia “Sopra di me” “Sotto di me”e ”Dovunque ti pare” che da mesi svetta ai vertici delle classifiche accanto ai volumi “La carbonara in centro modi diversi” e “Preghiere quotidiane” tanto per dare un’idea della coerenza letteraria, tutta italiana.
Mi viene davvero la tentazione di riscrivere il mio romanzo in base alle “vivaci” tendenze di mercato e magari cavalcare l'onda e intitolarlo "50 sfumature di Viola".
Ma quando immagino le mie protagoniste rotolarsi allegramente tra le lenzuola Con baldi giovani dai bicipiti possenti e dalle prestazioni ineccepibili, sento un nuovo crampo allo stomaco.
In quel momento il mio cellulare squilla di nuovo.
Penso sia M. che stia per rivolgersi a “Chi l’ha visto?” ma invece una voce, sconosciuta e allegra, mi comunica che la mia storia breve sul cappero di Pantelleria è in vetta alle classifiche mensili e ne verranno acquistati i diritti.
Mi viene da ridere…
Tu lavori per anni su un romanzo, ne curi ogni minimo dettaglio e poi ti inventi in mezz’ora una storiella sui sottaceti e quella va in classifica…
Magari , se non sfondo come scrittrice, posso riciclarmi come testimonial di cetriolini e giardiniere…
Perché proprio non c’è niente da fare: la vita, come i personaggi, va sempre dove cappero gli pare...






2 commenti:

  1. ahah bellissimo resoconto. mi piace tanto il tuo humor!
    poi guarda, io odio quegli eroici insulsi, ma gli scrittori si stanno arricchendo sul serio con 'sta roba.

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