sabato 22 ottobre 2016

Cicloni, cerette e cavallini rotanti: racconti dal backstage di #Lettori, i libri di una vita.










Per raccontarvi questa storia (e quella che accadrà tra poco) devo tornare indietro di qualche mese...

Torino, 3 giugno.

Giro il cappuccino, leggo le previsioni meteo e sbadiglio: i valori massimi oscillano tra i 24 e i 27 gradi.
Nella mia vita sta per arrivare un ciclone ma lì non c'è scritto da nessuna parte.
Accanto al croissant il cellulare vibra. È l'ufficio stampa che mi chiede se mi andrebbe di partecipare ad un casting per una nuova trasmissione.
Casting... Le dita si surgelano all'istante. Fuori è primavera, dentro di me c'è l'anticiclone siberiano.
"Ma è una roba per scrittori emergenti?" chiedo mentre la mia memoria piroetta sul ghiaccio e pesca un file datato autunno 2013.
I ricordi guizzano come salmoni norvegesi . Spuntano flashback di emergenti percossi da manoscritti e restituiti al mittente. O costretti a sfornare un testo caldo in 15 minuti. Che manco un bastoncino Findus voglio dire...
Dal telefono mi spiegano che non si tratta di scrittura. Si parla di lettori che abbiano voglia di raccontarsi attraverso le pagine dei libri "della vita".
 Carino penso, carino davvero. E intanto la mia ansia produce cubetti refrigeranti a manetta.
"Perché non provi?" mi incitano.
Il mio colon si intreccia come un elicoidale di grano duro per manifestare tutto il suo disappunto.
"Viola si sarebbe buttata, no?" giocano il jolly.
Viola, eh? Mannaggia. Dovevo idearla più timorosa, così ora non sarei qui in piena ipotermia da terrore.
Ma lei avrebbe colto l’occasione, e allora mi tocca essere coerente. Provare.
Dopo il sì vengo sommersa dalla valanga di dubbi glaciali: E se mi fanno domande intellettualoidi? E se mi prude un orecchio mentre parlo? Di De Carlo ho letto prima Due di Due o Di Noi tre? Devo assolutamente fare baffetti e sopracciglia.
La notte passa così, fredda e bianca, e quasi mi aspetto un pandoro al risveglio. E invece accanto al caffè trovo solo il numero della redazione. Viola ammicca dalla sua cover.  E va be’, provo.
Compongo il numero e chiedo informazioni. Le redattrici mi rassicurano: niente touchdown da erudizione, niente format caso umano, niente creatività forzata, stile polli in batteria.  Sulla ripassata dall'estetista, invece, concordano.
Nel pieno dello spalma e strappa, penso che non è per niente facile scegliere i libri più importanti della vita.
Da quale ho cominciato ad esempio? Mi ricordo di uno con la copertina gialla, che mia madre mi leggeva tutte le estati. Si intitolava "Gli animaletti del Buon Dio".
Mmm… non mi sembra un titolo con il quale ammiccare ad un provino. È vero che una suora ha vinto The Voice, ma lascerei perdere.
Cammino con la testa fra le nuvole e la pelle appiccicata.
Rimetto il naso negli scatoloni dei libri: sfoglio, annuso, annoto. Sbucano fuori romanzi che ho letto e dimenticato; altri che potrei rileggere all'infinito.  Penso, ripenso, butto giù una lista che presento al primo provino, "la chiacchierata Skype".
È stata una bella esperienza. Penso sia finita lì, metto un bel segnalibro tra mente e cuore e vado avanti con il mio caos quotidiano. Un mese dopo il telefono squilla di nuovo: la mia storia è piaciuta. Manca ancora una riunione definitiva, con gli autori, che sarà nel pomeriggio. Se mi richiamano vuol dire che verrò scelta.
Mi viene in mente la riunione di redazione di Viola finita a pizza e fichi. No, non devo pensarci.
 Inizio a fare quei giochi stupidi del tipo: “Ecco se riesco a passare con il giallo è fatta. Se trovo un brano di Jovanotti è un segno.”
E invece resto in coda e con la radio spenta. Ma il cellulare vibra e arriva un messaggio: mi hanno presa.
Dormo, si fa per dire, con la copertina di lana anche se è luglio pieno.
Una settimana dopo approda a Nichelino City la troupe per le riprese. Fuori è piena estate, e dentro di me soffiano correnti fredde di matrice artica. L'emozione è rossa come il top che indosso.
Le parole si mescolano, inciampano, si perdono.  Quando arrivano quelle giuste, il pargolo del piano di sopra sfreccia sul cavallo rotante ed entra in audio per direttissima. E tocca rifare tutto.
Pensiamo che sarebbe carino fare un'esterna. E scoppia la bufera. Andiamo avanti ad oltranza. Stacchiamo solo per una fetta di melone e un paio di risate liberatorie. Poi, finalmente, esce il sole.
Si va al parco con tutta la banda.  Io tento di leggere e mantenere un contegno mente le formiche rosse diffondono il trend topic  #ravepartyinternocoscia.
Il sole tramonta: Matteo, il videomaker contorsionista, ha sperimentato tutte le inquadrature possibili schivando palloni, ciclisti e coppiette in piena stagione degli amori. Daniele, l'autore, è stato mitragliato dai quesiti di mia figlia Chiara.
Siamo tutti esausti ma ce l'abbiamo fatta: il racconto, il libri, le videoriprese, le “coperture" ci sono. Matteo e Daniele prendono il treno di corsa. Io resto sveglia a fissare il soffitto. Penso: "L'ho fatto davvero?"
Mi sembra di vedere Viola che annuisce e se la ride. La nostra stella danzante ha deciso di movimentare le cose ed invertire i ruoli: questa volta sarà lei a starsene comoda sul divano, davanti alla tivù ad ascoltare la mia storia.

Quella che mercoledì 26 ottobre alle 21.10 su La Effe, con l'emozione più grande, racconterò anche a voi affezionati lettori...




Postilla: I casting continuano e se avete voglia di "buttarvi" anche voi come Viola, raccontandovi attraverso i libri che amate, potete contattare la redazione via mai a CASTING@STANDBYME.TV








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