sabato 27 aprile 2019

Una casa tutta per lei : 21 racconti sulla memoria delle stanze





E' appena uscita questa raccolta di racconti curata da Valeria Bianchi Mian ed Emma Fenu edita da Golem.
Ispirata a ciò che per ognuna di noi significa "casa".
Dentro ci trovate anche un mio racconto sui cortili d'infanzia.
Vi lascio il  la sinossi e il Link
A presto con un'altra sorpresa :)

La casa è il mondo. È il fuori e il dentro, è lo spazio che contiene la gestazione del Sé, il luogo in cui i ricordi si stagliano come dipinti alle pareti. Ci sono storie che attraversano il tempo; ci sono prigioni dell'anima che hanno segnato la pelle, cicatrici che nessuna saponetta potrà mai cancellare. Ci sono asciugacapelli che silenziano il contesto. Ci sono barattoli stracolmi dei baci delle madri. Odori e profumi nelle cucine. Rumori e musiche. Bottiglie che tintinnano mille storie e antiche favole. C'è una culla e c'è un carillon che suona. Ci sono le fotografie che mostrano altre case e altre narrazioni. C'è un caminetto che pulsa come un cuore rosso al centro del tutto, come in un sogno degno di Alice nel Paese delle Meraviglie, quando l'anima si fa piccola e grande nell'ambiente. La silloge raccoglie i racconti di 21 donne residenti in Italia e italiane espatriate; alcune di queste donne sono scrittrici professioniste, altre semplici appassionate di scrittura, ma tutte hanno voluto accogliere l'idea di far trasparire nella pagina scritta l'idea della dimora - la memoria delle stanze - con lo stesso impulso che spinge alla narrazione orale genuina e priva di artifizi. Tramite un susseguirsi di immagini e incursioni nel mondo del ricordo, le autrici svelano i segreti di un'anima in cerca di se stessa, ventre mai sazio di relazioni affettive, luogo sacro e profano che prende il nome di "casa".

giovedì 21 febbraio 2019

Sai tenere un segreto?




Salone estetico, interno giorno.

Spaparanzata su una poltroncina, osservo una graziosa fanciulla trafficare con lime d'acciaio, buffer opacizzanti e ammennicoli vari, nel tentativo di riportare il mio letto ungueale all'antico splendore.

Mi ha giurato che, dopo il trattamento, avrò unghie laccate e inossidabili, artigli prêt-à-porter che mi apparterranno fedeli per minimo trenta giorni, festivi inclusi.

Qualunque cosa succeda. 

Ho già voglia di  testarle, avviando una carriera come procacciatrice amanuense di radici commestibili (il daikon e la curcuma, del resto, tirano da paura).

"Hai già deciso di che colore le vuoi?" mi chiede la donzella, tormentandomi le cuticole con un bastoncino d'arancio.

Mi guardo intorno in quel girotondo cromatico di boccette e vanità: il nero dark emotion (che scarto subito, fa troppo giudice x factor), il delicato soft nude (che sta per tinta pelle manco abbronzata), il rouge Matte (il solito rosso che portava pure mia nonna, buonanima) e un violetto sfigato a cui è toccato il nome di prugna polveroso (bocciato, mi fa starnutire solo il pensiero).

Naufrago indecisa quando, finalmente, metto a fuoco una sfumatura incantevole. Non si tratta di uno smalto ma di un paio di occhi cartone, verde acqua e Photoshop, inquietantemente familiari.

Io lo conosco quello lì.

Ma non era sparito dalla circolazione?

Okay che siamo nel post campagna elettorale però era un po' che non si vedeva in giro. Fortunatamente.

Anche perché, dal primo giorno in cui è apparso, plasmato dalla Santa costola di Maria De Filippi e ha poggiato le chiappe su un Trono cremisi, non si è mai capito bene cosa avessimo fatto di tanto grave per meritarcelo. Insomma c'erano già state le cavallette, le locuste, le ulcere e tutte quelle robe lì.

Qui la faccenda è  grave visto che ora il Tronista Redivivo mi fissa a un palmo di naso, il bel faccione cartonato, l'indice sulle labbra-canotto, sussurrandomi in corsivo/allusivo "Sai tenere un segreto?"

Aguzzo la vista, porca miseria sto diventando presbite, guardo meglio la locandina per intercettare una didascalia, un body copy, due righe per capire di cosa accidenti stiamo parlando. 
Chi vuoi che lo scelga uno così come testimonial?

"Ma quella pubblicità cos'è?" chiedo mentre la soave fanciulla imprigiona la mia mano destra in un fornetto laser e mi scoppia in faccia un palloncino alla fragola.

"Ah quella. La crema per la patata." risponde spontanea.

"Scusa?" Strabuzzo gli occhi e arriccio le dita.

"Sì, per la patata. E' una novità. Ha pure l'acido ialuronico eh. Quello fa effetto seta e rinfresca pure."

"Ma non c'era già Chilly menta piperita per quello?"

"No, no che c'entra. Questa è un altra cosa" afferma decisa mentre anche la mano sinistra finisce al grill "Tu questa la devi usare come un antiage. Solo che al posto di metterla sulle rughe del viso te la metti..."

"Sì, sì, okay, chiaro. Ho capito." la interrompo. Prima che sia troppo tardi.

Sullo scoccare del timer acquisisco una nuova certezza: ecco a voi la crema rassodante per tuberi di ogni età. Per il trattamento cosmetico "delle zone intime" spiega alacremente il bugiardino, caso mai la memoria, come la zona bikini, iniziasse a perdere tonicità. 
Niente paura. Adesso abbiamo la soluzione: grazie a questo prodigio scientifico avremo tutte patate sode in abbondanza. Senza nemmeno bollire l'acqua. 

Dobbiamo annunciarlo al mondo. O forse no. Forse questa volta ha ragione Il Redivivo.

Meglio, molto meglio, mantenere il segreto.


ps.  per la cronaca  il tipo lì, quello della costola, ha circa 40.000 followers. 



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