"Il punto è che nessuno ti
insegna a riconoscere il vero amore. Neanche i professori del liceo o
dell’università, malgrado si tratti di un argomento molto più
interessante delle commedie di Plauto e più utile dei logaritmi.
Nessuno
ti dice cos’è il vero amore, e tanto
meno ti insegna a tenertelo
stretto, ma dal lato opposto, sembra che quasi tutti abbiano qualcosa da
dire sull’argomento.
Da una parte ci sono quelli
che vivono nel mondo delle favole
e che sostengono di dover
aspettare l’amore a prima vista; poi ci
sono quelli che il partner
perfetto lo trovano almeno una volta al
mese, ma lo perdono
altrettanto in fretta; e infine ci sono quelli che,
semplicemente, sono certi che
la vita di coppia sia più che altro un
sistema fatto di compromessi
e che il lieto fine non
esista.
La verità? La verità è che il
vero amore esiste, eccome: e c’è un solo modo per descriverlo.
L’amore è una cosa buona. A volte è amaro, a volte brucia come sale su una ferita, a volte è una fresca zaffata di menta in una vita monotona, a volte ti solletica come il pepe sul palato, ma l’amore, il vero amore, è di una dolcezza infinita, che non per forza fa ingrassare, ma che crea dipendenza e assuefazione.
L’amore è una cosa buona. A volte è amaro, a volte brucia come sale su una ferita, a volte è una fresca zaffata di menta in una vita monotona, a volte ti solletica come il pepe sul palato, ma l’amore, il vero amore, è di una dolcezza infinita, che non per forza fa ingrassare, ma che crea dipendenza e assuefazione.
Certo, direte voi, molto
carini questi pensieri sui massimi sistemi,
ma nei fatti, come si può
essere sicuri di avere dinnanzi a sé la
persona giusta? Non c’è mica
una ricetta!
E qui c’è il coup
de theatre. La ricetta c’è: l’ha trovata e trascritta nel 1452 la signora Isotta
Tornaquinci, che a un certo punto se l’è vista brutta con l’Inquisizione e ha rischiato di essere arsa viva sul rogo..."
( Storie d'amore per appetiti formidabili - estratto dal racconto "La torta magica" di Miriam Ghezzi)
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