La Magia delle Feste riserva sempre gradite
sorprese.
No, non sto parlando dell’agendina in similpelle datata –
ops! – 2013 che vi è giunta in dono impacchettata di fresco e spacciata
spudoratamente per nuova.
E nemmeno dei cioccolatini, incarto purpureo e sfavillante, maraschino
e ciliegie, che appena messi in bocca (siete impavidi eh?) vi frantumano un
molare con il nocciolo duro, unico superstite perché il guscio di cioccolato si
è estinto diversi Natali fa. E il liquore idem.
C’è qualcosa che va oltre tutto questo, a cui calza a
pennello il cappello diabolico Creatività Festiva.
Ovvero l'incitamento subdolo di qualche folletto maligno che
ci induce, oltre ad essere più buoni e grassi, anche diversamente artisti. Proprio noi, che manco una sorpresina Kinder
sappiamo montare. Che piuttosto che fare un pacchetto da soli – ma sapete
quanto è difficile andare dritti con la forbice senza decapitare i babbi natale? – ci disponiamo in pazienti
file indiane dietro i banchetti della Croce Rossa, tutti baldanzosi perché
possiamo anche mettere un bel flag fatto
alla buona azione natalizia.
E quindi accade che l'estro creativo/festivo improvvisamente
ci acchiappi e inizi a guizzare come un salmone nella stagione degli amori. E
subito ci ritroviamo connessi a quella fantasia a banda larga, ringalluzzita da
qualche tutorial, che ci insegnerà a
sfornare doni amanuensi, freschi di giornata e colla vinilica.
Perché regalare libri, cofanetti benessere o diamanti quando
possiamo costruire un regalo ad hoc? Signori e signore la personalizzazione è
servita. A buon mercato oltretutto.
Ma non pensate male, adesso. Mica si fa per tirchieria. Si
fa per immenso amore verso il prossimo.
Perché un pensiero realizzato con le proprie manine, non ha
prezzo.
«Guarda, sto confezionando dei portagioie con i rotoli della
carta da cesso? Non sono diviniiii?»
«Oh, vedessi meraviglie si possono fare con le scatolette di tonno sgocciolate! I
nipotini impazziranno!»
Siete atterriti ora? No, suvvia. Una speranza c'è. Può
essere che voi siate creature predilette dal fato e la maledizione dei doni hand made non si abbatta su di voi. E
che il massimo della creatività che vi arrivi sia una pioggia di banconote da
cinquanta piegate in simpatici – e graditissimi – origami.
Ma non cantate vittoria troppo presto.
Per la legge del contrappasso potreste beccarvi un altro ceppo
del virus creativo, che intanto prolifera senza scampo: recite, balletti e cori
natalizi.
Perché è così che funziona: allo scoccare dell’Immacolata
qualcuno, anche il più insospettabile – parente, amico o conoscente – verrà da
voi e cercherà di trascinarvi in qualche cappella gelida a battere le mani a ritmo
di gospel, fingendo entusiasmo per quei cori di visi pallidi che la nostalgia
dei Neri per Caso vi viene davvero.
E poi c’è Lei, La Rappresentazione per antonomasia: Il
Presepe Vivente.
Che la viviate, o l'abbiate già vissuta, da figli, genitori,
nonni o nipoti in fondo lo sapete: comunque vada sarà una tragedia.
Riflettiamo un attimo sull'assegnazione dei ruoli.
Dunque, se sei un maschietto adolescente e ti tocca Gaspare,
Melchiorre o Baldassarre ti è andata bene. Te la giochi con il fascino da
Tuareg, e se hai una parrocchia con un buon ISEE ci scappano pure un paio di
giri del quartiere sul cammello. Che baccagli da paura.
Se sei un genitore e devi impersonare Maria o Giuseppe, ti
va di lusso: stai al caldo dentro la capanna, illuminato dalla cometa, adorato
dall’arcangelo e dalla folla in visibilio. Devi solo spenderti un dieci euro in
mentine per combattere l'alitosi di bue e asinello, e il resto è fatto.
C'è chi se la passa decisamente peggio.
I pastorelli per esempio. Può ferire lo so, ma devo dirvelo.
I pastorelli sono un mero riempitivo.
Un po' come la paglia nei cesti di Natale.
Ma hanno un'importanza molto strategica. Il pastorello è
spesso l'unica e ultima speranza a cui i genitori si abbarbicano per evitare
l'accampamento culinario del parentado. L'agognato pass verso il
Liberaci dalla vigilia e amen.
Se avete visto genitori in coda fuori dalle parrocchie
dall’avvento in poi, sappiate che sono lì per chiedere una grazia. O quasi. E
cioè che al loro piccino sia assegnata una parte nel
presepe vivente. Una qualsiasi.
Per farlo sono disposti a tutto. Anche a vestire di una
lupetto color cacca e uno smanicato in finto agnello il loro adorato
primogenito.
«Eh, mi spiace, i ruoli sono già stati tutti assegnati.» tentenna
imbarazzato il prelato a Genitore Disposto a Tutto
«Ma suvvia, Paolino è tanto carino. Non si può aggiungere un
angioletto?»
«Un angioletto? Impossibile! Per i putti c'è una lista
d'attesa fino al 2025.»
«Eh non so... un re magio che Paolino ama talmente tanto gli
animali?», rilancia Genitore Crucciato.
«No, no quest'anno i cammelli li facciamo di cartone. C'è
crisi.»
Ma Genitore non demorde, insiste. Lascia intendere che
Paolino potrà essere concesso in comodato
d'uso ai fini parrocchiali fino alla quaresima.
A quel punto il prelato riflette. La proposta è allettante. Non
è che i chierichetti lì trovi così sugli alberi. Ultimamente sono più richiesti
degli sviluppatori Java.
«Va be’, forse un posto per Paolino lo posso trovare. Ci
sarebbe una parte da pastorello. Tanto, uno più, uno meno.»
E allora Genitore Felice parte in quarta, arraffa lo
smartphone e un godimento paragonabile solo a quello di Sally a tavola con
Harry a presentazioni già fatte con manda
la sua missiva via chat di gruppo Parenti
in Festa: A causa di impegni
pregressi non ci sarà possibile organizzare la consueta festa di natale per voi
carissimi e amati zii, prozii, cugini e consanguinei annessi. Paolino è stato
coinvolto nel presepe vivente. Farà il pastorello! Sarà per il prossimo anno.
A cui segue il definitivo e liberatorio "La famiglia Rossi ha abbandonato".
Ma intanto le feste corrono ed eccoci giunti alla sera della
Vigilia: Paolino, con il bastone della campagna del nonno, buonanima, trema al
freddo e gelo accanto ad altri sciagurati come lui. Gli trotterellano intorno
tre barboncini dal pelo cotonato più del solito, per tramutarli in ovini
credibili. (come detto prima c'è crisi e anche le pecorelle sono sold out).
Decide che dovrà essere assolutamente più buono perché una
sciagura del genere non si può spiegare. Spera almeno che Gesù Bambino apprezzi
il sacrificio e sotto l'albero gli faccia trovare l'iPhone8.
Ma guardando mamma e papà si sente in colpa: dovrebbe imparare a vivere come loro il Natale, con lo
stesso spirito.
I genitori di Paolino, in effetti, la luce negli occhi ce
l'hanno davvero. Quest'anno gli è andata di lusso. Il veglione se lo sono già fatto la notte del Black Friday dove hanno
raccattato anche un huawei rigenerato ma tanto Paolino deve imparare l'umiltà e
quindi ne ha che basta e avanza.
Ora si fanno una cantata veloce di Tu scendi dalle stelle, qualche manciata di segni di pace e poi, svelti svelti, quatti quatti tutti a casa.
A mettere on line le foto di Paolino.
E a sbafarsi il
panettone, quello buono eh, in beata solitudine. E perfetta beatitudine.
Copyright Monica Coppola
Immagine realizzata da Alice Basso