«Esattamente come devo pulirlo questo?» con occhi interrogativi sollevo la coda di un grosso gamberone.
«Forse è meglio cominciare con qualcosa di più semplice. Che ne dici di queste?» zia Dalia mi passa una retina di cozze e vongole veraci. «Basta che le gratti ben bene.»
Siamo alle prese con i preparativi della cena di fine anno in cui ha deciso di coinvolgermi, nonostante io sia una schiappa ai fornelli.
Ma come sempre aveva ragione perché mi sto divertendo un mondo.
È il primo capodanno tutto per noi, lontane dalla floreale baraonda, e per l’occasione ha deciso di preparare un cenone memorabile.
Stamattina all’alba mi ha trascinata al mercato e poi ci siamo rifugiate dentro una minuscola caffetteria a parlare per ore, davanti a una tazza bollente di cioccolata, mentre fuori la neve cadeva soffice e silenziosa.
Era da tempo che non mi sentivo così in pace con me stessa. E ora sto anche apprendendo sul campo i primi rudimenti della cucina.
Quasi non ci credo. Dentro di me inizia a scorrere silenziosa una nuova linfa vitale.
Certo, anche Alex ha il suo merito.
Quando non è impegnato con le sue strabilianti torte, mi sta accanto, attento e premuroso, ogni secondo.
Adesso è tutto preso dalla realizzazione delle preziose miniature per Matilde. Ha detto che visto che è mia cugina non poteva assolutamente dirle di no e così si è rintanato in laboratorio da ieri sera.
Lentamente tutto inizia a sistemarsi.
O quasi…
«Ma cosa ti ha fatto di male quel mollusco?» zia Dalia interrompe il flusso dei miei pensieri e osserva divertita il mio lustrare energico sul guscio di una cozza. «Dobbiamo mangiarlo non esporlo in vetrina…»
«È che pensavo alla mamma. Dalla sera della festa non ci siamo più sentite.»
«Se può consolarti, sappi che anche con me non è di molte parole ultimamente. Ma, sai, lei è una che ha bisogno di riflettere a lungo sulle cose.»
«Lo so, però non ci siamo fatte nemmeno gli auguri di Natale e temo che per capodanno finirà nello stesso modo.»
Zia Dalia sistema i molluschi scintillanti in una grossa padella e alza gli occhi con aria furbetta. «Non è mica detto. Aspetta un attimo, forse mi è venuta un’idea…»
Poco dopo torna con un pc e inizia ad armeggiare con cavetti e webcam.
«Dai, vieni qui che ora proviamo a chiamarla con Skype.»
Come per magia sullo schermo si materializza il soggiorno di Villa Fiorita insieme ai volti curiosi di zia Iris e Gelsomina.
E le loro chiacchiere vivaci si catapultano subito dentro il nostro pacifico silenzio.
«E quindi non venite giù neanche per capodanno?» zia Iris controlla la tenuta dello smalto in gel. «Mati ed Edo sono già a Saint Moritz, e noi qui che facciamo da sole?»
«Sempre a lagnarti tu!» borbotta zia Gelsomina. «Ci facciamo la zuppa di lenticchie, il capitone e dopo giochiamo a carte.»
«Le carte mi annoiano… E poi io l’avevo detto di andare a fare il veglione al PalaIsozaki!»
«Poi arriva anche mio padre «Ciao Viola! Hai tagliato i capelli! Mi ricordi tanto quando eri bambina…»
Oh, è vero, hai tolto le extension!» zia Iris si tuffa nel monitor. «Hai fatto bene, ormai sono poco di moda. Si usa tanto lo shatush!»
E così passiamo quindici minuti a disquisire dei nuovi trend del capello, senza nemmeno scorgere l’ombra di mia madre.
La prima a congedarsi è zia Gelsomina. «Io ora devo andare a mettere a bagno le lenticchie però, sennò sono dure. Mi aiuti Iris?»
«Ah no! Tra dieci minuti devo fare il massaggio ayurvedico, anzi Viola ti saluto che vado a prepararmi!»
«Ti pareva che non toccava fare tutto a me!»
«Ti aiuto io Gelsomina…» una nuova voce fuori campo si materializza mentre il mio cuore accelera i battiti.
E finalmente intravedo il profilo elegante di mia madre.
«Mamma…»
Lei si volta e mi guarda nello schermo.
«Forse è meglio cominciare con qualcosa di più semplice. Che ne dici di queste?» zia Dalia mi passa una retina di cozze e vongole veraci. «Basta che le gratti ben bene.»
Siamo alle prese con i preparativi della cena di fine anno in cui ha deciso di coinvolgermi, nonostante io sia una schiappa ai fornelli.
Ma come sempre aveva ragione perché mi sto divertendo un mondo.
È il primo capodanno tutto per noi, lontane dalla floreale baraonda, e per l’occasione ha deciso di preparare un cenone memorabile.
Stamattina all’alba mi ha trascinata al mercato e poi ci siamo rifugiate dentro una minuscola caffetteria a parlare per ore, davanti a una tazza bollente di cioccolata, mentre fuori la neve cadeva soffice e silenziosa.
Era da tempo che non mi sentivo così in pace con me stessa. E ora sto anche apprendendo sul campo i primi rudimenti della cucina.
Quasi non ci credo. Dentro di me inizia a scorrere silenziosa una nuova linfa vitale.
Certo, anche Alex ha il suo merito.
Quando non è impegnato con le sue strabilianti torte, mi sta accanto, attento e premuroso, ogni secondo.
Adesso è tutto preso dalla realizzazione delle preziose miniature per Matilde. Ha detto che visto che è mia cugina non poteva assolutamente dirle di no e così si è rintanato in laboratorio da ieri sera.
Lentamente tutto inizia a sistemarsi.
O quasi…
«Ma cosa ti ha fatto di male quel mollusco?» zia Dalia interrompe il flusso dei miei pensieri e osserva divertita il mio lustrare energico sul guscio di una cozza. «Dobbiamo mangiarlo non esporlo in vetrina…»
«È che pensavo alla mamma. Dalla sera della festa non ci siamo più sentite.»
«Se può consolarti, sappi che anche con me non è di molte parole ultimamente. Ma, sai, lei è una che ha bisogno di riflettere a lungo sulle cose.»
«Lo so, però non ci siamo fatte nemmeno gli auguri di Natale e temo che per capodanno finirà nello stesso modo.»
Zia Dalia sistema i molluschi scintillanti in una grossa padella e alza gli occhi con aria furbetta. «Non è mica detto. Aspetta un attimo, forse mi è venuta un’idea…»
Poco dopo torna con un pc e inizia ad armeggiare con cavetti e webcam.
«Dai, vieni qui che ora proviamo a chiamarla con Skype.»
Come per magia sullo schermo si materializza il soggiorno di Villa Fiorita insieme ai volti curiosi di zia Iris e Gelsomina.
E le loro chiacchiere vivaci si catapultano subito dentro il nostro pacifico silenzio.
«E quindi non venite giù neanche per capodanno?» zia Iris controlla la tenuta dello smalto in gel. «Mati ed Edo sono già a Saint Moritz, e noi qui che facciamo da sole?»
«Sempre a lagnarti tu!» borbotta zia Gelsomina. «Ci facciamo la zuppa di lenticchie, il capitone e dopo giochiamo a carte.»
«Le carte mi annoiano… E poi io l’avevo detto di andare a fare il veglione al PalaIsozaki!»
«Poi arriva anche mio padre «Ciao Viola! Hai tagliato i capelli! Mi ricordi tanto quando eri bambina…»
Oh, è vero, hai tolto le extension!» zia Iris si tuffa nel monitor. «Hai fatto bene, ormai sono poco di moda. Si usa tanto lo shatush!»
E così passiamo quindici minuti a disquisire dei nuovi trend del capello, senza nemmeno scorgere l’ombra di mia madre.
La prima a congedarsi è zia Gelsomina. «Io ora devo andare a mettere a bagno le lenticchie però, sennò sono dure. Mi aiuti Iris?»
«Ah no! Tra dieci minuti devo fare il massaggio ayurvedico, anzi Viola ti saluto che vado a prepararmi!»
«Ti pareva che non toccava fare tutto a me!»
«Ti aiuto io Gelsomina…» una nuova voce fuori campo si materializza mentre il mio cuore accelera i battiti.
E finalmente intravedo il profilo elegante di mia madre.
«Mamma…»
Lei si volta e mi guarda nello schermo.
(…)
Viola, vertigini e vaniglia – Monica Coppola – Booksalad editore
Viola, vertigini e vaniglia – Monica Coppola – Booksalad editore
http://www.amazon.it/Viola-vertigini-vaniglia-Monica-Coppola/dp/889806733X
Grrrrrrr ... tieni gli occhi chiusi, tieni gli occhi chiusi: non voglio leggere neanche una virgola o un punto esclamativo, prima di aprire il libro.
RispondiEliminaCiao Monica, non sono sicura che possa interessarti, ma ti avviso comunque volentieri che ti ho nominata per un Link Party di cui ti lascio di seguito l'indirizzo, nel caso volessi parteciparvi:
http://lostupendomondodeilibri.blogspot.it/2016/01/link-party-dinverno-by-lostupendo-mondo.html