Mancava una manciata di giorni a Natale ed eravamo tutti in
pieno loop decorativo: io appallottolavo a cottimo copie
metropolitane di "Leggo" nel tentativo
di ricreare il paesaggio rupestre di Gerusalemme e la piccola C. disseminava porcelli di
plastica, ochette e cammelli in ogni angolo del presepe.
In contemporanea il
pericoloso duo coinquilino-candycrush
dipendente e teenagers dall’umore
sereno variabile agganciava palline colorate a gancetti autodistruttibili
al tatto.
La rapida e incontrollata avanzata della specie animale rischiava
di annientare pastorelli e affini quando una notifica di wathsapp catturò la mia attenzione.
Sul mio display lampeggiava la fotografia dell’originale
albero di Natale della mia amica W. dove, oltre a fiocchetti e ghirlande, spiccavano
una serie assortita di “palle*”, bugie più o meno innocenti, da cui tutti noi attingiamo
a man bassa: “La penso esattamente come
te” –sorridendo con ipocrisia al cretino
che ci sta di fronte - “Ohhh..ma che fantastico pensiero !!!” - scartando il
quarantaduesimo cherubino panciuto dell’anno - ” “Sì, sì adesso arrivo…sono
quasi pronta”- ignorando beatamente l’incedere della lancetta e guardando con aria indecisa l’armadio
spalancato, in mutande e calzettoni antiscivolo.
Leggendo le bugie infiocchettate
sull’albero mi sono venute in mente quelle
che, come i canditi nel panettone, sono
diventate ormai parte integrante del nostro lessico familiare.
Le dolci frottole della piccola C. che alla domanda di rito
“Hai sistemato i tuoi giochi?” alterna,
a seconda dell’umore, un annoiato “Lo faccio dopo. Promesso” ad un pinocchiesco “ Sì,
sì è tutto a posto mammina!”.
Segue a ruota la bugia passpartout dei 5 minuti che, a seconda
della posizione dei meridiani diventa rispettivamente “Dormo solo per altri 5 minuti” (7:00 am) o “ Resto sveglia soltanto ancora 5 minuti. Giuro” (10:30 pm).
Alla sua innocenza si alterna il candore virginale con cui,
ad ogni rituale del Bagno, il mio
coinquilino si aggira con aria disorientata, accappatoio appoggiato al braccio destro e
flacone di felce azzurra impugnato nella mano sinistra, chiedendo informazioni
logistiche su slip e calzini, condendo il tutto con la solita palla di
sottofondo del “Non so dove siano…”
Ovviamente senza nemmeno dare una sbirciatina all’unica
cassettiera che possediamo….
E poi ci sono le panzane
2.0 , quelle ideate dai teenagers in
virtù dei moderni canali di social
comunicazione: “Ti avrei avvisato ma il cellulare si è scaricato (o in alternativa…
non prendeva… non c’era campo… il credito
era finito) fino allo spudorato “Ti ho mandato un sms per avvisarti. Ohhh non
ti è arrivato???” “Ti ho scritto su wathsapp solo che tu non ti sei collegata!”
Altra scusa che svetta nella top ten degli scansafatiche adolescenti
è il classico“Non lo so fare…” “Perché
pulire? Tanto poi la polvere torna
comunque…” o “Adesso vengo ad
aiutarti” raro caso in cui
l’avverbio di tempo assume una valenza totalmente opposta al suo significato
originario il che, in parole povere significa “Aspetta e spera…”
E mentre ero persa nel mare di frottole familiari la piccola
C. mi ha tirato la manica del maglione riportandomi nello Spirito del Natale Presente, per mostrarmi orgogliosa il suo presepe
finito, in cui, oltre ad un assortito zoo safari,
spiccava una clonazione di cammelli e Re Magi.
Nel frattempo il coinquilino in versione natalizia era
pronto a premere l’interruttore che avrebbe illuminato il tutto. «Allora
siamo pronti?Accendiamo?»
«Ma… sei sicuro?» tentenno io osservando la massa arzigogolata di ciabatte e cavi.
«Ma… sei sicuro?» tentenno io osservando la massa arzigogolata di ciabatte e cavi.
Lui annuisce con la consueta, pacifica, aria rassicurante «Ma
certo. Stai tranquilla…»
E a me, chissà perché, tornano in mente le “palle”
sull’albero della mia amica.
«L’accendiamo?» ripete ancora con
l’entusiasmo di un bambino.
Io annuisco timorosa seguita dallo sguardo preoccupato delle
ragazze. Del resto quando il capofamiglia armeggia con qualcosa di diverso
dalla tastiera dello smartphone non si sa mai quel che può accadere…
Ma questa volta sembra andare tutto per il meglio. Preme il pulsante e il presepe magnificamente s'illumina...
Le lucine intermittenti
funzionano, l‘acqua del pozzetto scorre, le ochette girano intorno al laghetto
e un tintinnante “jingle bells”
allieta i nostri timpani.
Ma appena qualche secondo tutto si spegne. Black out totale.
«Mamma…?» domandano in coro due vocine preoccupate.
«Mamma…?» domandano in coro due vocine preoccupate.
«Tranquille ragazze… Tutto sotto
controllo. Ora ci penso io» la voce del capofamiglia ci rassicura nel buio.
«Mamma, sei certa che vada tutto
bene?»
«Sì, sì…» Esito, cercando di mascherare
un’ostentata sicurezza «Con vostro padre siamo in buone mani!» Ma ecco che una
persistente puzza di bruciato inizia a solleticarmi il naso accompagnata da
alcune rassicuranti bugie:
E’ tutto sotto controllo.
E’ solo un piccolo contrattempo.
Non c’è assolutamente da preoccuparsi.
E’ solo un piccolo contrattempo.
Non c’è assolutamente da preoccuparsi.
Basterà semplicemente servire, al
posto della zuppa di pesce, frittelle di frottole al cenone…
Magari accompagnate da un
barbeque di cammelli… ;)
Buone Feste&Frottole a tutti!!!
*http://www.lepalle.it/ qui trovate le decorazioni a cui si è ispirato questo post
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