E' accaduto qualcosa che non so spiegare.
Sono partita, beata e contenta, verso la mia estate sarda e Gabbanica con la speranza di trovare al mio rientro una Vita Nuova.
In parte, sono stata accontentata.
Che ci fosse qualcosa di molto diverso l'ho scoperto, anche
io come Gregor Samsa, il mattino in cui mi sono ritrovata a tu per tu con gli abiti lasciati nell'armadio:
dopo settimane di parei multicolori (indossati molto più stile cappio à porter che bella polinesiana di Gauguin) era giunto il momento di rientrare
nel tran tran quotidiano. E nei miei
panni.
Ri-entrare, appunto.
Impresa che stavo tentando anche con l'ausilio di tecniche yoga e apnea, senza produrre alcun
risultato: la cerniera del tubino nero, che avevo scelto di indossare, si era mossa a stento per pochi,
faticosissimi, centimetri ed ora si rifiutava di salire più a nord.
A sud dell'abito la situazione era pressoché invariata e, sui
rilievi gluteo-tondeggianti, si intuiva un principio di smottamento delle
cuciture laterali.
Il vestito, in modo inspiegabile, si era ristretto durante la mia assenza!
Davvero una
curiosa mutazione...
La stessa che sembrava affliggere anche gli adorati pantaloni
capri che, proprio all'altezza del giro
vita, ora presentavano una distanza
incolmabile, come se asola e bottone fossero due amanti estivi, residenti agli
antipodi dello stivale, costretti a dirsi addio per sempre.
Ma, come insegna il buon Sherlock, due indizi non fanno una
prova e allora eccomi, sull'orlo dello strappo e del mistero, alla ricerca del terzo elemento
d'indagine: l'abito provenzale a campana. Oh, sì, proprio quello che avevo indossato ad inizio
vacanza per inaugurare la mia prima Sagra di paese!
La prima di una lunga serie...
Al solo pensiero ecco che mi sovviene il crepitio del maialetto
sulla brace, lo sfregolio della salsiccia con i malloreddus, la morbidezza arrendevole
delle sebadas, il vivace solletico del pecorino: tutta l'allegra Banda Bontà che ha alleggerito la mia estate.
Del resto un diversivo alla canicola andava trovato.
E, a
proposito, ecco che la tv annuncia che è
in arrivo Polifemo, la settima ondata di caldo. Dopo Caronte e Nerone ora tocca
a lui.
Insomma non c'è tregua. Questi anticicloni nordafricani
ormai sono dappertutto.
Vuoi vedere che mentre ero in vacanza si sono intrufolati
abusivamente in casa e mi hanno manomesso i vestiti? Sì, devono essere stati
loro.
Oppure quelle brioscine -meteoriti che ora piovono dovunque, sbatacchiando
ironie intorpidite e coscienze, più candite che candide, che ci asfissiano anche peggio degli anticicloni.
Comunque tutte queste riflessioni hanno messo un certo languorino. Mi sa che l'enigma del restringimento tessile
dovrà aspettare.
Chiudo l'armadio, annodo un pareo in grado di circumnavigare la mia vita- nuova e vado a prepararmi un
piatto di culurgiones.
Che a pancia
piena il capro espiatorio si trova sempre meglio.
Che a mente vuota...
Che a mente vuota...
Buondì a tutti ;)