L'INTRECCIATRICE INDOMITA
Si destreggia sulla playa con un passo da gazzella, esibendo
fotografie salmastre di crini arzigogolati, preferibilmente ripresi dall'alto.
Un sorriso colorato come la cascata di perline che scivolano
sul telo mare e in un attimo è fatta: la trasposizione è lì, a portata di
capello.
Qualche tocco sul
capo, qualche attimo di sofferenza e da anonima bagnante con tanto di ciappo in
testa, ti tramuterai in una splendida perla del Senegal.
E per farlo sei pronta a dimenticare tutto: le pastiglie di
lievito di birra inghiottite a stomaco vuoto prima dei pasti, per tutto l'inverno; il latte disciplinante
distribuito con ferrea determinazione al primo alito di nebbia; le spazzole in
pelo di cinghiale che, a dirla tutta, ti facevano anche un po' senso.
E allora ignori, con fare eroico, i trilobiti che fanno
capolino dal pettinino che ha già accarezzato centinaia di teste prima della
tua. L'unica cosa che importa ora è accaparrarsi un barlume di fascino esotico
da esibire in pendant con il pareo a
fiori di tiaré.
Le mani dell'intrecciatrice indomita dividono con destrezza
le tue chiome spaghetto, inumidite da un liquido appiccicaticcio.
Terminata l'opera la salutate con un modesto cenno della
mano – non potete certo scomporvi – ma tanto basta a far detonare un tris di
elastichini salterelli che si fiondano, con dolore, sul vostro sopracciglio
destro.
Imprecate in un doloroso silenzio.
Restate fiere e impettite sulla vostra sdraio alla ricerca
della giusta luce per un selfie.
Ma al calar del sole l'incantesimo tramonta: lo specchio
della cabina vi restituisce un'immagine distorta.
I nefasti intrecci hanno svelato aree incontaminate della
vostra capoccia ai raggi ultravioletti che li hanno intercettati ed arrostiti a
dovere.
L'incarnato è più simile al salame spagnolo aromatizzato
alle erbe, che al cuore del caramello, come prometteva l'olio di monoi.
L'acconciatura sembra snaturare la circonferenza cranica, che
risulta quasi oblunga, in pieno Nerfetiti's
Style.
Più che una perla del Senegal somigliate ad un mazzo di
asparagi selvatici di San Nicola.
Il grido di terrore si diffonde in tutta la spiaggia e i
villeggianti fuggono in preda al panico.
Il bagnino di turno però, sinceramente affranto dai vostri
lamenti, vi omaggia di un kit di sopravvivenza composto da un pacco di Tuc al
pomodoro secco, un materassino da pilates e una cuffia in silicone con pinnetta
da squalo.
Vi rannicchiate nella cabina sgranocchiando un cracker.
Sospirate. Sarà una lunga, estate...calva!
Son problemi che non mi pongo :D
RispondiEliminaAnche se hai raggi ultravioletti sulla capoccia devo farci attenzione, e soprattutto defo rar attenzione a non abbagliare gli altri bagnanti (che mi si è intrecciata la linua anche a scriverlo con tutte quelle bagl e bagn) :P
P.S. Comunque Nefertiti era una strag... ehm, una gran bella donna ;)
Oh my god!
RispondiEliminaSono follemente innamorata dei tuoi ironici quadretti sulla spiaggia.