Ho la testa
seppellita sotto due cuscini e gli occhi appiccicati come post-it: a causa
dell’esito catastrofico dei Focus Group, ho avuto gli incubi tutta la notte.
Non ho fatto altro
che sognare carni bianche ad oltranza, sotto forme e sembianze assortite.
Mi rigiro irrequieta con il desiderio di fare un bel sonno profondo, possibilmente
sgombro da presenze avicole.
Porca miseria, qui
la situazione si complica e io come sempre mi ritrovo a sguazzarci in mezzo.
Emma è
insolitamente misteriosa ed evasiva. Edoardo rientra al sorgere del sole. E
Matilde è visibilmente incazzata.
Mentre cerco di
capirci qualcosa il mio cellulare vibra.
<<Buongiorno! Finalmente dopo una lunga
attesa kuesta sera saremmo okki negli
okki!>>
L’autore
dell’ardito poema è il presunto affascinante barman a cui Emma ha dato il mio
numero durante la sua fuga in Romagna. Da quando è rientrato dal suo Cocktail
Tour mi tampina a manetta.
Considerando
l’insistenza credo fortemente che Emma abbia colorito la mia descrizione con
alcuni dettagli frutto della sua sapiente fantasia.
Altrimenti proprio
non si spiega questo accanimento di bere un aperitivo con la sottoscritta.
Ad ogni modo io
adesso ho altro a cui pensare.
Voglio starmene
appiccicata al pc per capire se arriva qualche novità su Poldino e devo anche
prepararmi per la festa del secolo.
Ora mi invento una
balla e annullo tutto.
<<Almeno questa
è risolta.>> penso soddisfatta dopo l’invio del menzognero sms di
disdetta.
Poi apro il pc e mi
metto a controllare la posta elettronica.(...)
Una bustina lampeggiante segnala che c’è posta
per me. Scatto dal divano, come una molla, e mi precipito a leggere.
Mikaela, con
puntualità e sollecitudine, mi informa che i risultati dei test delle altre
città non sono incoraggianti.
Abbacchiata mi
rituffo tra i cuscini a pancia in giù.
Forse avrei dovuto
capirlo prima che puntare tutta la mia ambizione letteraria su un tacchino
poteva rivelarsi quantomeno rischioso.
Sono stata troppo
precipitosa e ora niente pesce da vendere al call centre e niente tacchini da
pubblicare!
No, non può finire
così.
Mi affretto a
comporre il numero di Mikaela, dove la sua segreteria mi ripete, in cinque
diverse lingue, che risponderà appena possibile.
Dopo venti minuti
di estenuante attesa finalmente risponde <<Dimmi Viola cosa c’è?>>
<<Ho letto la
tua mail>> mormoro affranta. <<Ma sta andando così male?>>
<<Direi di
sì. Comunque ora stiamo aspettando l’analisi semiotica desk degli esperti.>>
<<Ma quando si saprà qualcosa di
definitivo?>>
<<Dopo che Aline
avrà preso visione di tutti i dati.>>
<<E non c’è
niente che io possa fare?>>
Lei riflette un
attimo e poi aggiunge <<Sì. Se fossi in te inizierei a dire qualche
preghiera. Ciao!>>
Prontamente
liquidata dal mio punto di riferimento
inizio a curiosare nella mia libreria alla ricerca di qualche testo sacro.
Sto già per
declamare ad alta voce la prima lettera di San
Paolo ai Corinzi, quando suona il mio cellulare.
<<Ehi, mica
ti ho svegliata?>> trilla la voce vivace di Emma. Dal che deduco che i
virus le abbiano finalmente concesso una tregua.
<<No,
tranquilla. Ci ha già pensato Matilde a buttarmi già dal letto all’alba
stamattina.>>
Silenzio di tomba
dall’altra parte.
<<Ah,
capito…>> tentenna lei <<Però hai una voce strana.>>
<<Stavo
pregando per la salvezza di Poldino.>>
<<Già,
Tancredi mi ha scritto che i Focus non sono andati troppo bene.>>
Tancredi le ha
scritto! E quindi con Emma comunica il fedifrago e menefreghista di tacchini!
<<Comunque
dai non è ancora detta l’ultima parola.>> mi rincuora lei <<Aline
deve ancora dare il suo parere.>>
<<Capirai,
quella mi detesta, lasciamo stare va… Tu piuttosto sei guarita dall’attacco dei
virus?>>
<<Sto meglio.
Mi sono bombardata di probiotici, coenzimi e affini ed ora ho di nuovo
conquistato una mia dignità.>> poi aggiunge curiosa <<Ma che voleva
tua cugina?>>
Io esito un attimo,
piuttosto incerta.
<<Voleva
sapere di Edoardo. Dice che si comporta in modo strano ultimamente.>>
<<E tu che gli hai risposto?>>
<<Le ho detto che non ne sapevo nulla…>>
<<Brava! Così
impara a farsi i fatti suoi!>>
<<Emma dai, Edoardo è suo marito, è suo
diritto chiedere…>> la rimprovero bonariamente <<Comunque ti manda
espressamente i suoi saluti.>>
<<I suoi
saluti.>> ripete lei meccanicamente <<Vabbè, contraccambio. Anzi
adesso le mando un biglietto di auguri, su filigrana dorata come si addice alle
star ovvio…>>
<<Hmm…Vedo
che gli anni passano ma l’astio resta sempre vivo eh?>>
<<Bè credo
che il sentimento sia reciproco.>> ribatte lei <<E poi è diventata
insopportabile, anche Edoardo dice che...>> ma all’improvviso si
interrompe e cambia rapida argomento.
<<Senti un po’ ma perché hai disdetto
l’appuntamento di stasera?>>
<<Lascia
perdere i miei appuntamenti. Cosa stavi dicendo di Edoardo?>>
<<No che non
lascio perdere! Tu hai bisogno di uscire, non puoi passare tutte le serate con
il tacchino!>>
<<Veramente
da quando sei arrivata, mi pare che la movida serale non manchi
affatto.>>
<<Però appena
mi becco un’influenza o ti lascio sola un attimo, tu subito interrompi la tua
vita sociale!>>
<<Ecco, parliamo di vita sociale
appunto, ma della tua…>> la
incalzo <<C’è niente che devi dirmi rispetto all’altra sera?>>
<<E che ti devo dire? Mi sono scolata
una sfilza di fermenti lattici e poi ho strisciato come una larva dal letto al
bagno e viceversa.>>
<<Io non dicevo ieri! Intendevo la sera
prima, quella del concerto, quando sei sfrecciata via con Edoardo…>>
Lei esita un
momento.
<<È stato bello rivederci dopo tanto
tempo e…>> inizia e quasi mi sembra di percepire un lieve sospiro.
<<E quindi?>>
<<E quindi
niente. Abbiamo parlato e poi mi è arrivata la chiamata del tipo con cui ti ho
combinato l’appuntamento e così Edoardo se ne è andato.>>
<<E
ovviamente tu non ne sai nulla dei suoi rientri all’alba vero?>>
<<No>> replica con un pizzico di
delusione <<Ad ogni modo tu preparati che stasera passa a prenderti.>>
<<Chi? Edoardo?>>
<<Ma va! Il
barman acrobatico!>>
<<No, ho
disdetto!>>
<<Lo so! Mi
ha chiamata poco fa! Perché non vuoi andare?>>
<<Perché devo
già andare alla festa di Matilde.>>
<<Balle! Lo
sapevi pure prima che c’era la festa!>> mi riprende lei.
<<E va bene…>> ammetto arrendevole
<<La verità è che voglio stare qui fino all’ultimo per vedere se arrivano
altre notizie su Poldino...Sono preoccupatissima! La vedo proprio male.>>
<<Senti
Viola, ormai quel che fatto è fatto. Hai lavorato come una matta e ora devi
svagarti!>> dall’altro lato della cornetta sento un vivace scartocciare
di caramelle <<E comunque se non vai quello si presenta direttamente
sotto casa tua…>>
All’idea di
trovarmi uno sconosciuto sotto casa, passato al setaccio dallo sguardo vigile
della Signora Cachi, sono scossa da un brivido.
<<Va bene, ci
vado, ci vado.>> decido con l’entusiasmo di una testuggine marina appena
iscritta ad una maratona.
<<Brava così
ti distrai e non pensi a niente!>>
Poi la sento bisbigliare sottovoce, come se
stesse parlando con qualcuno.
<<Emma tutto
bene? Sembri strana.>>
<<Bho, sarà l’influenza…>>
<<Ma non eri
guarita?>>
<<Con tutti questi nuovi ceppi batterici
non si sa mai. Comunque a proposito di stasera, cerca di collaborare un po’...>>
<<Cosa
intendi esattamente per collaborare?>>
<<Che ne so,
non ci andare così come capita! Sfodera scollature, tacchi e tutto
l’armamentario. Lui se lo aspetta.>>
<<Come
sarebbe a dire che se lo aspetta?
Cosa gli hai raccontato?>>
<<Solo un
paio di cosucce per rendere il vostro appuntamento un pizzico più vivace. Ora
devo andare, ci sentiamo dopo, sul tardi. Besitos.>>
Non faccio in tempo
a schiacciare il tasto rosso di fine chiamata che il display si illumina di
nuovo.
<<Viola? A che
punto sono le torte?>>
<<Torte?
Quali torte mamma?>> esclamo cadendo dalle nuvole.
<<Come
quali?! Ne avevamo parlato la scorsa settimana!>> sbotta lei <<Qui
ognuno si fa i fatti suoi! Iris ha deciso di farsi i colpi di sole, Dalia ha
tagliato la corda, Gelsomina sta litigando con il catering e qui devo
coordinare tutto io!>>
Le torte di
riserva!
Porca miseria, me
n’ero completamente scordata!
Ma forse posso
ancora recuperare in tutta calma. <<Stai
tranquilla. Per le torte è tutto a posto.>> mento decisa.
<<Bene,
meglio così. Ho preferito ricordartelo che qui di imprevisti ce ne sono già
stati troppi a partire dal tema della festa… No, ma dove diavolo state portando
quel baobab?>>
<<Mamma? Quale tema della festa?>>
le domando cercando di recuperare la sua attenzione.
<<Sì, il tema
è che… No, fermi con quel pino argentato! Viola devo proprio andare
adesso!>>
E così mi congeda
velocemente, tutta presa dalla giusta collocazione della conifera.
Il mio orologio a
muro segna mezzogiorno: sono esattamente a metà del solstizio d’inverno.
Ho un appuntamento
al buio con un tipo a cui Emma ha raccontato chissà che cosa, una madre che dà
di matto per organizzare l’evento del secolo, una migliore amica stranamente
misteriosa e dulcis in fundo devo anche preparare delle torte.
Come prevedevo,
sarà una lunga giornata.
E meno male che il
21 dicembre dovrebbe essere il giorno più corto dell’anno…
Viola, vertigini e vaniglia - Monica Coppola - Booksalad - in arrivo in libreria e il 16 maggio ore 21.00 -Sala incubatore- Salone del Libro
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