Torino, come altre città, da un paio di giorni è avvolta dal caos e la situazione è più o meno
questa:
I bar sono chiusi per cui “bye bye” cappuccino con la
schiumetta e Adios! croissant del buonumore.
Tocca accontentarsi di due biscotti secchi al volo accompagnati da uno striminzito espresso, sputato a stento da una riesumata moka, pure senza guarnizione.
In compenso le scuole di x e y sono apertissime e quindi
via con il solito, dannatissimo, jogging mattiniero scarrozzando,
sul lato destro, zaino maxi di Winny Pooh ,desolatamente vuoto e, sul lato sinistro, inseparabile maxiborsa salvavita, irrimediabilmente piena, entrambi molto ingombranti.
sul lato destro, zaino maxi di Winny Pooh ,desolatamente vuoto e, sul lato sinistro, inseparabile maxiborsa salvavita, irrimediabilmente piena, entrambi molto ingombranti.
Oltre a tutto questo, bisogna fare attenzione anche alla piccola X, evitando di smarrirla tra la folla o confonderla con qualche infante con
identico zainetto e cappellino con pon pon.
Terminata la missione scuola si parte con quella trasporti.
Si parte si fa per dire, visto che riuscire a prendere il bus è come tentare ogni giorno la fortuna
al gratta e vinci, solo che, lì ogni tanto, gratta oggi, gratta domani,un paio di euro li becchi e invece con la linea 35 ormai non c’è nessuna speranza.
Oggi dopo quaranta minuti di
protesta e gelo, presa dallo sconforto ho anche composto il numero verde per
sapere SE e QUANDO si sarebbe vista l’ombra
dell’agognato torpedone.
Dapprima una voce automatica mi ha gentilmente detto di attendere propinandomi dieci minuti della Primavera di Vivaldi, poi mi ha comunicato che tutti gli
operatori erano impegnati ed infine, molto meno gentilmente, mi ha liquidata interrompendo la comunicazione.
Non restava che tentare di placare la spumosa ira, che nel frattempo era montata come maionese sul vitel tonnè, ricorrendo allo shopping compulsivo.
Già sognavo di perdermi alla ricerca di un bustino Katyuscia che
so, con inserti d’alpaca, paillettes luminescenti in stile bianco
natale o stecchette in plexiglass, da utilizzare come base per la capanna dei pastorelli , che nel presepe traballa sempre un po'...
Ma proprio mentre ero lì a due passi dal fruscio delle sete
e dal solletico dei pizzi, ecco che in fretta e furia un paio di preoccupate commesse BATASTRANG, abbassano
la saracinesca ad un palmo dal mio naso...
Chiedo spiegazioni e mi dicono che, sono desolate ma non se la sentivano di rischiare che qualche manifestante, un tantino più incazzuso degli altri, iniziasse a giocare al m’ama non m’ama sfilettando
come branzini i preziosi boa di struzzo, appena arrivati dal deserto subsahariano.
Quindi, siate saggi: non
attendete i bus invano (tanto non passano…) e rimandate shopping e cappuccini .
Se potete (beati voi!) statevene a casa,
al calduccio, sotto alla trapunta, in compagnia di un bel libro.
Oltre a Viola io ve ne consiglio due, assolutamente divertenti
e deliziosi:
Ragazze mancine di Stefania Bertola - Einaudi
Volevo solo una vita tranquilla di Anna Talò – Corbaccio
p.s magari fatevi
anche una bella tazza di Ciobar...
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